Il whisky è una bevanda alcolica sicuramente lontano dalle tradizioni italiane, quindi parlare di miglior whisky in un sito internet italiano può suonare strano. In realtà anche in Italia vi sono molti appassionati di questa bevanda alcolica apprezzata e prodotta ovunque nel nostro pianeta.
Questa sua grande popolarità a livello mondiale consente di possibile trovare un whisky per ogni gusto, prezzo e preferenza. Al giorno d'oggi, si possono trovare whisky prodotti in ogni area della terra, ognuno di questi ha il suo particolare carattere e le sue specifiche peculiarità.
Non è importante se sei alla ricerca del whisky perfetto per un cocktail, di quello dall’aroma più particolare da bere liscio e senza ghiaccio. Oggi troverai in questo articolo alcuni esemplari tra i migliori whisky in commercio per scoprirne tutti i segreti.
Fondata oltre due secoli fa e nota tra tutti i veri intenditori del whisky, l’azienda Lagavulin ha sede presso l’isola di Islay, nota ovunque per i suoi whisky dalla torbatura davvero importante.
Parliamo di un single malt che interpreta al meglio il tipico whisky scozzese, molto ricercato con una massiccia presenza fumo di torba. Queste profonde note affumicate sono ben evidenziate in questo whisky invecchiato all’interno di botti di quercia per una durata di 16 anni. Il 16 anni è indiscutibilmente oggi uno dei prodotti di riferimento per tutte le aziende distillatrici di whisky in di Islay e della stessa Lagavulin.
È un whisky secco, corposo e con un intenso ritorno di profumi al naso, che viene travolto da un turbine essenze di spezie di sherry, tabacco, iodio e vaniglia. Molti preferiscono gustare il Lagavulin 16 con l’aggiunta di uno spruzzo di d’acqua, per rendere meno spigoloso il sapore e far dispiegare al meglio l’intreccio di sapori che si sono sommati durante il lungo ed intenso periodo di maturazione.
Lagavulin è la prova provata che il fumo non sia un elemento che copre tutto restituendo un sapore confuso e nebbioso, ma uno dei sentori che lavora in armonia con tutti gli altri sapori scaturiti durante il processo di distillazione della successiva maturazione.
I motivi per i quali il Lagavulin 16 è molto amato sono gli stessi per i quali questo whisky è odiato: è profondo, intenso e grintoso. Questo fa sì che per alcuni intenditori di whisky sia unico ed insostituibile, anche se è difficile decidere se sia il miglior whisky scozzese.
Fondata nel 1881, la distilleria Bunnahabhain ha la sua base nei pressi dell’angolo a Nord Est di Islay sul litorale che ha lo stesso nome dell’azienda. Si trova alla foce del fiume Margadale, e il suo nome in gaelico è “bocca del fiume”, come spiegato anche in un libretto che accompagna la bottiglia di whisky.
Bunnahabhain, è una delle aziende produttrici di whisky che ha scelto una strada differente rispetto alle altre presenti su Islay. Infatti si propone come il simbolo del “gusto gentile di Islay” e, per citare uno dei loro motti più conosciuti, si vanta di essere che la distilleria che incarna il lato più accessibile dell’isola”.
È quasi impossibile immaginare quale sia il colore del distillato fintanto che si trova dentro la bottiglia. Questa infatti risulta di un colore intenso che maschera quasi completamente il whisky. Una volta versato in un bicchiere, il prodotto è in effetti più scuro del whisky medio, dotato, guardandolo in controluce, di una ricca tonalità rossa tendente all’ambra.
Quello che si assapora dal naso non è sicuramente la tipica esperienza che si prova con un whisky prodotto in Islay, in quanto non c’è una nota pesante di fumo. Il profumo ha tinte floreali e fruttate con intense fragranze di mela, cannella, e sherry.
Al gusto ha una consistenza media e moderatamente asciutta. Il sapore è sia dolce che speziato a cui si aggiungono note di mele candite e melassa. Resta comunque una consistenza spessa tipica di Islay con aromi di sherry e frutta secca. Il ché di torbato rimane molto sullo sfondo, come un substrato silenzioso.
La distilleria dell’azienda Laphroaig ha la sua sede presso la costa a sud dell’isola di Islay. Questo terreno, che solamente qualche decennio dopo sarebbe diventato molto conosciuto con il nome di Laphroaig, si ritiene che sia stato acquistato da Donald e Alexander Johnston negli anni intorno al 1815. Nella mente dei due fratelli c’era il progetto di dedicarsi all’allevamento di bestiame. In seguito decisero di optare per la più remunerativa attività della distillazione degli alcolici, in particolare del whisky. La posizione di questo terreno forniva un mix ideale di particolari elementi naturali che permettevano di produrre di un whisky speciale come il Laphroaig.
All’assaggio la prima impressione è l’interessante combinazione tra aromi dolci e salati. In particolare sono ben presenti sentori di orzo e sale marino. Pur considerando l’apporto al sapore della torba al whisky, il Laphroaig 10 Year lascia l’impressione di spruzzi di mare e di cereali caldi per la colazione, sfumando solo come retrogusto nella torba affumicata. Nella commistione di questi sapori contrastanti il dolce prevale sul salato. Laphroaig 10 anni si caratterizza per essere un classico whisky in grado di far viaggiare il bevitore fino ad Islay, un luogo remoto dove molti difficilmente si recheranno. Il suo timbro identifica al meglio quello che il bevitore abituale di whisky torbato desidera e si aspetta. Un whisky semplice e puro che esprime il sapore di un luogo dove sono presenti innumerevoli concorrenti, compresi alcuni straordinari classici. Ma il Laphroaig 10 anni non sfigura davvero di fronte ad alcun whisky di quest’isola.
La distilleria Talisker fu fondata da Hugh e Kenneth MacAskill nel 1830 sull’isola scozzese di Skye. I fratelli erano uomini d’affari senza grande esperienza nella distilleria e già nel 1948 erano in brutte acque. Solo con l’arrivo di Roderick Kemp nel 1880 (dopo una lunga serie di passaggi di proprietà) che Talisker trovò quella stabilità organizzativa che permette all’azienda di essere ancora in attività. Ancora oggi Talisker produce uno dei whisky single malt più amati del pianeta. Nel 2015 l’azienda di stanza in Scozia ha messo sul mercato Talisker Skye una versione rivisitata del suo whisky con caratteristiche più sfumate della versione più celebrata.
Questa nuova espressione di Talisker è caratterizzata da un sapore più rotondo e dolce, ricco di spunti agrumati, fumo dolce e spezie tendenti al pepato, oltre alle tradizionali note marittime di Talisker. La sua maturazione avviene all’interno di botti di rovere americano trattate in modo diverso a seconda del periodo d’invecchiamento per fornire una combinazione di aromi diversi. Per questo nuovo prodotto le botti usate prevalentemente sono in rovere americano tostato. Questa soluzione garantisce il mantenimento del classico profilo aromatico di Talisker anche se con importanti differenze. Questo fa sì che potrebbe non piacere ai fan del Talisker tradizionale.
Per un prezzo tutto sommato abbordabile una bottiglia di Talisker Skye può essere nostra senza arrivare alle vette del più noto Talisker 10. Ovviamente il sapore è decisamente diverso e permette all’azienda di differenziare in modo corretto la linea dei suoi whisky.
L’azienda di liquori Sasanokawa Shuzo è nota in Giappone e all’estero per la sua speciale produzione di sake e shochu dal 1765. La sede di questa distilleria si trova nella città di Kōriyama nella prefettura di Fukushima. Dal 1946 Sasanokawa Shuzo ha esteso la sua produzione anche a prodotti come il whisky, che in seguito ha avuto in Giappone una crescita esponenziale nei consumi.
Traducendo il nome dell’azienda con “alberi di ciliegio di montagna”. I loro prodotti difficilmente escono dal Giappone, come questo Fine Blended Whisky che è stato reso disponibile nel 2015 solamente un numero limitato di bottiglie. Se siete bravi e fortunati però è possibile acquistarne una bottiglia.
Il whisky giapponese in particolare è davvero difficile da trovare, solo una frazione minima della produzione giapponese varca mai i confini del Giappone. Tradizionalmente vi sono due grandi case di whisky giapponese, ma poiché la domanda ha superato ampiamente l’offerta, altri brand sono intervenuti proponendo i loro prodotti.
Molte di queste nuove marche giapponesi si procurano il loro distillato dalla Scozia o dall’Irlanda per poi miscelarlo e commercializzarlo come whisky “giapponese”. Questa pratica ha reso davvero complicato tenere conto di quelli che sono i veri whisky giapponesi.
Il risultato in sé non è sicuramente negativo, perché il gusto è davvero apprezzabile. Gli aromi che riporta alla bocca questo whisky sono pera, agrumi, vaniglia, fiore di sambuco. In generale il retrogusto di questo whisky giapponese è molto dolce.
Il vero peccato di questo whisky non la qualità del prodotto, ma nel fatto che lo spirito del whisky tradizionale non c’è, perdendo così la sua caratteristica più importante e non potendo essere definito il miglior whisky giapponese.
John Jameson, un avvocato scozzese, fondò la distilleria a Dublino nel 1780 e si chiamava Bow Street Distillery. Tutti e quattro i suoi figli seguirono le sue orme di distillatore, e suo figlio John Jameson II prese in mano l’azienda di famiglia. Dopo circa un secolo era diventato il miglior whisky irlandese con una fama di rilevanza mondiale.
Si tratta di un whisky irlandese miscelato e prodotto nella distilleria Midleton, nella contea di Cork, Irlanda. Unanimemente apprezzato per il suo gusto morbido, è uno dei marchi più grandi e conosciuti di whisky. Il whisky irlandese, indipendentemente dalla marca, deve essere (come minimo) a tripla distillazione e invecchiato per tre anni.
Anche il Jameson è realizzato miscelando whisky d’orzo a triplice distillazione insieme al classico whisky di grano. Ci sono diverse varianti disponibili; la versione più giovane è invecchiata per quattro anni, altri della linea per molto più tempo. Non importa quale versione si scelga, Jameson è piacevole da bevuto da solo ed è una base molto apprezzata per un numero impressionante di cocktail.
Il profumo che porta al naso è floreale di agrumi e di malto, dolce come il miele. Il gusto del Jameson è tradizionalmente molto liscio. Dal corpo medio, ha sentori di pezzi di malto, anice mescolato con vaniglia e note di pepe. L’aggiunta di acqua ammorbidisce le note di pepe.
Il whisky Bulleit originale fu distillato a partire dal 1830 nel Kentucky da Augustus Bulleit, ma la distillazione si interruppe bruscamente nel 1860, nello stesso periodo in cui Bulleit scomparve dai documenti storici. La sua composizione originale era di due terzi di segale e un terzo di mais. Il moderno bourbon Bulleit è stato avviato alla produzione nel 1987, sotto la supervisione di Thomas E. Bulleit, Jr. il pronipote di Augustus, e utilizza una ricetta diversa. Tom Bulleit ha reso omaggio alla composizione originale mantenendo il contenuto di segale più alto rispetto ai principali bourbon commercio. Il marchio è adesso di proprietà del gigante degli alcolici Diageo e non vi sono notizie ufficiali sul luogo dove venga effettivamente distillato il bourbon Bulleit.
In bottiglia, il whisky Bulleit appare ambrato scuro, in realtà ha un colore molto più chiaro quando viene versato in un bicchiere. Il colore effettivo di questo whisky è una tonalità ambra chiara trasparente. Al naso restituisce un sentore dolce e fresco, ma anche floreale con riflessi di agrumi come la buccia d’arancia con un ché di legnoso in sottofondo.
Rimanendo fedele al nome che porta, il Bulleit colpisce forte il palato. Il whisky centra il bersaglio e brucia scorrendo sulla gola ed ancora più in basso. Al confronto con altri whisky bourbon, l’impatto è molto acuto e piccante, che potrebbe non essere apprezzato da tutti, in quanto davvero persistente. Per raggiungere il massimo piacere consigliamo di sorseggiarlo lentamente. Il contenuto abbastanza alto di segale permette al gusto di rimanere al palato che è un dolce profondo con riflessi acidi e legnosi.
L’azienda di distillazione canadese Seagram è stata fondata nel 1857 ed è cresciuta negli anni fino a diventare una delle più importanti distillerie di alcolici del Canada. Il whisky più venduto in questa prima fase fu il Seagram’s 7 Crown che rimane ancora in produzione.
Nel 1939, Seagram decise di introdurre una versione di whisky canadese per onorare la visita del re Giorgio VI e della regina Elisabetta in Canada, il Royal Crown appunto. Il prodotto ebbe grande successo in Canada e fu importato sul suolo statunitense nel 1964.
Il Crown Royal rimane ancora adesso il miglior whisky canadese, venduto in grandi quantità negli Stati Uniti. Il whisky canadese Crown Royal è attualmente prodotto in Canada a Gimli, Manitoba, nella distilleria Crown Royal. La distilleria e il marchio sono attualmente di proprietà della multinazionale di alcolici Diageo.
L’odore di questo whisky canadese presenta leggere note di caramello unito alla vaniglia. Si fa notare inoltre per un aroma elegante con sfumature di dolce fatto in casa e di scorza di limone. Se si aggiunge un po’ d’acqua fresca, si faranno sentire le note di cioccolato e frutta scura. Il Crown Royal è un whisky canadese dal corpo che risulta nella media. La leggerezza di questo whisky lo rende adatto per molti tipi di cocktail.
Al palato emerge la dolcezza di vaniglia, caramello, zucchero di canna. Se amate sorseggiare un whisky liscio in tranquillità il Crown Royal è il whisky giusto per voi.
Non tutti i whisky sono uguali ed ognuno di essi ha caratteristiche ben precise in base al quale avremo un prodotto dall’aspetto, dal profumo e dal gusto decisamente diverso. In questa comparazione fatta per trovare il miglior whisky vogliamo anche darvi alcuni consigli per capire quale è il miglior whisky per voi. Seguite questa guida e ed acquistate il prodotto che fa per voi.
Sono davvero numerosi gli elementi che determinano il tipo di whisky che andiamo a bere. Proprio per questo la scelta del miglior whisky è davvero difficile. C’è sempre la necessità di identificare alcune particolari caratteristiche di ognuno e cercare di compararli con prodotti della stessa classe. Ovviamente un prodotto scadente è e rimane scadente, che sia scozzese o irlandese, che sia principalmente di segale o mais. Allo stesso tempo è inutile cercare in determinati tipi di whisky caratteristiche che non possono in alcun modo avere. Nella nostra prova ad esempio vi sono whisky dell’isola scozzese di Islay, che per caratteristiche non possono essere in alcun modo comparabili con un morbido whisky irlandese. In questo la posizione geografica della zona di produzione influisce molto quanto ad aromi e sentori. Abbiamo già sottolineato che è importante valutare bene la composizione del whisky.
A seconda delle materie prime utilizzate il sapore varierà in modo consistente. La scelta del tipo di distillazione è anch’esso uno dei parametri che influiscono sul sapore e la persistenza dei sentori all’interno di un buon whisky. La scelta poi del tipo di botti utilizzate riveste una decisiva importanza. In molti casi non si opta solo per un tipo di legno e di botte per l’invecchiamento. Spesso infatti si procede con il cambio delle botti utilizzate a seconda del periodo di invecchiamento del whisky. Infine la durata dell’invecchiamento ha un suo ruolo. È importante sottolineare che un periodo di invecchiamento più esteso non significa necessariamente un whisky più buono. Ogni prodotto richiede per sue peculiari caratteristiche un tempo d’invecchiamento preciso per esaltare le caratteristiche specifiche del whisky
A seconda della provenienza hanno caratteristiche ben diverse. Vediamo i principali produttori di whisky.
Whisky irlandese: per realizzare il whisky irlandese vengono generalmente utilizzati segale, orzo e orzo maltato. Questo tipo di whisky ha normalmente un gusto medio, ben bilanciato e un persistente aroma dai vari sentori, senza essere eccessivamente invadente. Tra i più noti whisky provenienti dall’Irlanda segnaliamo ad esempio il Bushmills, il Jameson ed il Finnegan.
Whisky scozzese: prodotto con orzo ed e orzo semplice. La stragrande maggioranza dei whisky prodotti in Scozia ha un aroma torbato e un gusto affumicato come ad esempio Laphroaig. Oltre ai prodotti che trovate nella nostra comparazione sono presenti in commercio numerosi whisky. Due tra quelli che si trovano comunemente al supermercato sono il Macallan e il Chivas Regal.
Whisky giapponese: va premesso, come scritto durante la recensione, che è davvero difficile acquistare fuori dal confine nipponico del vero whisky giapponese. Quello che si trova disponibile all’estero non sempre è di diretta produzione giapponese. Come struttura e gusto assomiglia al whisky scozzese, ma anche come colore e consistenza. Averne una bottiglia è da veri intenditori. Un whisky giapponese di spicco è il Nikka.
Whisky americano: il whisky prodotto negli Stati Uniti è composto da segale, mais e grano. Al suo interno è presente circa il 51% di alcol di mais. Si distingue per un gusto dolce e non troppo persistente. Alcuni esempi di whisky americano sono il Jim Beam, il Jack Daniel’s e presente nella nostra classifica Bulleit.
Whisky canadese: il whisky canadese è in genere realizzato con segale per la produzione e le bottiglie indicano di solito questo tipo di composizione. Si distingue per il suo gusto morbido e pulito. Il Royal Crown, presente in questa recensione, è il whisky canadese più noto nel mondo.
La differenza nella procedura di produzione dei vari whisky è legata in parte al tipo di ingredienti utilizzati. I differenti tipi di cereali hanno caratteristiche peculiari che impediscono un unico tipo di sistema di produzione. Facciamo qui alcune semplici differenze. Una delle caratteristiche peculiari del whisky scozzese è la presenza di orzo maltato. Si tratta di una procedura in cui l’orzo viene prima messo a macerare in acqua, poi messo ad asciugare su un pavimento chiamato appunto matling floor. Proprio in questa fase avviene la cosiddetta germinazione. Al termine si procederà all’essiccazione attraverso un fuoco di torba. Da questo ultimo step della procedura del maltaggio che il nasce il famoso whisky torbato. Va specificato inoltre che l’utilizzo della torba è tipico solo del whisky prodotto in Scozia. In Irlanda, dove viene eseguito lo stesso procedimento di maltatura, non non si fa uso di torba. Identica situazione per il whisky americano, nei casi si faccia uso di orzo maltato.
Altra differenza riguarda ad esempio il tipo di distillazione. Anche in questo caso c’è una relazione tra i componenti utilizzati e metodo di lavorazione. I whisky irlandesi a base di orzo e grano richiedono tre fasi di distillazione per poter ottenere il risultato atteso. Nel whisky americano a base di mais invece si procede solo con due distillazioni. Il mais infatti è un cereale più morbido che non richiede la terza distillazione per arrivare all’obiettivo della lavorazione.]
Sono tre gli ingredienti che permettono di realizzare questo prodotto alcolico amato in ogni parte del mondo. Sono l’acqua, cereali e lieviti. Sembra davvero un segreto banale, in realtà la scelta dei componenti ed il conseguente trattamento permette di ottenere un risultato che può essere davvero indimenticabile, ma anche un vero disastro.
Cominciamo partendo dall’acqua. Come sappiamo l’acqua nella composizione del whisky varia generalmente in percentuale dal 40 al 60 per cento. Questo valore cambia anche qui a seconda dei cereali utilizzati e del metodo di lavorazione. I produttori di whisky sono arrivati a determinarne la quantità corretta dopo interminabili test. Ovviamente la qualità dell’acqua di ogni zona di produzione ha la sua valenza. L’acqua delle falde torbate scozzesi è ben diversa da quella del Kentucky americano. La diversa concentrazione dei minerali presenti nell’acqua ha una sensibile rilevanza nel processo di lievitazione.
La scelta poi del cereale utilizzato è determinante per dare il diverso carattere al whisky. Una delle curiosità più interessanti che riguardano ingrediente ci spiega la differenza sostanziale tra whisky europeo e quello americano. Quando gli europei sbarcarono sul “nuovo mondo” trovarono coltivazioni molto diverse (come ad esempio il pomodoro) e non trovarono alcune a loro familiari. Quando venne avviata la produzione di whisky l’orzo era praticamente assente, mentre erano presenti altri tipi di cereali. Si decise quindi di fare necessità virtù e si decise di provare a realizzare whisky a base di mais e segale. I risultati furono altrettanto buoni e si proseguì su questa strada, per poi comunque tornare in seguito ad aggiungere in qualche caso l’orzo, una volta importata la coltivazione.
Infine la scelta dei lieviti è uno dei grandi segreti nella produzione del whisky. Qualsiasi produttore di alto livello si rifiuta di rendere pubblica il tipo e la quantità di lieviti utilizzati, essendo considerati determinanti per la perfetta qualità di un whisky.
Parliamo adesso di due elementi da non dimenticare nella produzione del miglior whisky, cioè il legno da utilizzare per le botti. Il legno scelto per costruire le botti in cui viene stagionato il whisky è fondamentale. Questo serve a fornire al distillato una serie di aromi e sentori che determinano il carattere al miglior whisky. Il materiale principe per contenere il whisky è la quercia. Si tratta di un legno decisamente malleabile che si presta al meglio per la costruzione di una botte. Inoltre ha il pregio di essere impermeabile, ma al tempo stesso assorbe e restituisce gli aromi presenti nei distillati che va a contenere. L’altro pregio è che dopo la carbonizzazione e la tostatura restituisce una serie di sentori propri del legno, dando al whisky tutta una serie di sentori tipici. In questo senso anche la scelta di quale tipo di quercia utilizzare è importante. La quercia bianca americana ad esempio fornisce al whisky aromi di vanillina e caramello, mentre quella europea, che ha una maggiore presenza di tannino, conferisce note più fruttate.
Nella scelta delle botti da utilizzare va ricordato che non c’è una regola sulla scelta di botti nuove od usate. A seconda della scelta dei produttori di può optare per una delle due alternative. Nel caso delle botti nuove si vorrà dare il massimo risalto al sapore originale del distillato senza ulteriori interferenze. Nel secondo caso, le botti usate (molto spesso già utilizzate per la distillazione dello Sherry) servono ad aggiungere note particolari al distillato. In questo senso l’utilizzo di botti nuove o usate non influisce sulla qualità intrinseca del whisky.
Anche per questo tipo di alcolici esiste un corretto modo per gustare al meglio il miglior whisky, o almeno il modello preferito. Partiamo quindi dai bicchieri da utilizzare. Conosciamo più o meno tutti il tipico bicchiere da whisky reperibile in commercio. Preferibilmente di cristallo, non è molto grande e non è molto alto, ha una base abbastanza importante ed è tendenzialmente conico. In alcuni casi tende ad allargarsi verso l’alto, ma in realtà è solo una differenza puramente estetica. Numerosi studi degli ultimi anni hanno portato nel 2005 a determinare il teorico bicchiere perfetto per la degustazione del whisky. Si tratta del cosiddetto bicchiere a forma di tulipano che riesce ad esaltare al meglio il sentore del whisky al naso. Allo stesso tempo fa in modo che siano conservati al suo interno tutti i gusti presenti nel whisky, per offrire un’esperienza gustativa piena e completa. Anche se non raccomandato si può provare a gustare il whisky come la vecchia scuola delle ferrovie inglesi, in una tazza metallica. Chiaramente la tazza restituirà un sapore decisamente metallico.
Il whisky si può inoltre gustare liscio, con acqua o con ghiaccio. Se si vuole gustare liscio, la procedura è alquanto curiosa per i neofiti. Bisogna prendere un bicchiere di whisky ed un bicchiere di acqua. A questo punto bisogna bere un po’ di acqua e poi annusare con la bocca aperta il whisky e ripetere la procedura fino a tre volte, poi procedere all’assaggio. Aggiungere acqua invece può sembrare come voler annacquare il vostro miglior whisky, in realtà non è così. Aggiungere un cucchiaino di acqua aiuta il whisky a liberare al meglio tutti i sentori presenti aprendo completamente il ventaglio degli aromi. A seconda dei prodotti scelti servirà più o meno acqua.
Decisamente sconsigliato dai puristi aggiungere ghiaccio, perché il freddo va a modificare totalmente il profilo aromatico del whisky. Molto da film al cinema, ma per gustare come si deve il miglio whisky meglio bisogna dimenticare il ghiaccio.
In questa nostra ricerca del miglior whisky abbiamo trovato sicuramente dei prodotti di rara eccellenza. Sono tutti whisky che esprimono al meglio il concetto di whisky nelle sue varie forme. Tra questi il migliore, e non perché il primo della lista è senza dubbio il Lagavulin 16 Year Old Scotch Single Malt Whisky. Questo prodotto incarna alla perfezione lo spirito del miglior whisky scozzese dell’isola di Islay con il suo sapore torbato a tinte fortissime. Allo stesso tempo vogliamo premiare un altro whisky scozzese che con una torbatura decisamente meno intensa offre un’interpretazione del whisky torbato più accessibile a tutti. Si tratta del Talisker Skye Single Malt Scotch Whisky che, seppur giovanissimo nella produzione, ha riscosso consensi davvero importanti, ad un prezzo più abbordabile del fratello maggiore. Vogliamo poi premiare il pur più economico Jameson Original Irish Whisky, perché uno dei whisky più venduti al mondo. Se lo è c’è un motivo, offrendo a tutti il piacere di acquistare in ogni supermercato un prodotto di ottima qualità. Pur restando fuori dai 3 migliori una nota di merito va al canadese Royal Crown.